lunedì 2 giugno 2008

HOLDING THE LINE: TOTO



"… a me la scettica convinzione
che la bellezza non possa essere
così bella, levigata, pettinata"
(Riccardo Bertoncelli,
critico musicale e scrittore)

I Toto appartengono a quella schiera di musicisti che possono vantarsi di aver monopolizzato per lunghi periodi i giudizi negativi della critica musicale militante nostrana, riflesso inevitabile di pregiudizi e luoghi comuni cementati nel tempo. Nato nella seconda metà degli Anni 70, il gruppo americano - la cui peculiarità era quella di essere costituito da turnisti rinomati e ricercati - è entrato subito nel mirino telescopico dei nostri critichini per la presunta ostentazione della propria perizia strumentale. Chi possiede una buona familiarità con la discografia della band di Steve Lukather & co. avrà di che storcere il naso. I primi dischi della band - Toto (1978); Hydra (1979); Turn Back (1981) e in parte Isolation (1984) - offrono infatti all'ascoltatore un ottimo esempio di rock raffinato, talora robusto, talora rilassato, suonato con tecnica sopraffina mai esibita gratuitamente. La musica che fuoriesce (una volta si scriveva "dai microsolchi", adesso quasi solo "dal dischetto ottico") è suonata con passione, non solo con padronanza. Ahinoi difetta in rabbia ribelle, e per questa "colpevole" manchevolezza molti addetti ai lavori non li hanno mai perdonati; uno dei più esperti, Riccardo Bertoncelli, allora (come oggi?) apologeta confesso del "the only beauty's ugly, man" (la sola bellezza è brutta, amico) di dylaniana memoria, continua a bollarli come "troppo addomesticati […] troppo laccati, troppo belli […] e troppo bravi". Per i bertoncelli d'Italia, d'altronde, i Toto sono stati, e sempre resteranno, gli insopportabili "primi della classe", perfetti e senz'anima. Eppure i primi dischi dei Toto, e una manciata di canzoni sparse negli altri, un'anima (e non dei "mortacci loro"…) la possiedono. Non è brutta, sporca, iconoclasta e cattiva, ma non per questo meno bella. Se è vero che, con l'avanzare dell'età e il sopraggiungere della routine e della maniera, hanno smarrito spontaneità e genuinità (al pari di Dylan e degli altri alfieri del Brut e Bon), è quantomeno opinabile l'affermazione secondo la quale "tante musiche 80 [erano] molto più interessanti, e vive e coraggiose". Tralasciando il concetto di "interessante", non risulta che per essere considerate "molto più vive e coraggiose" le musiche debbano giocoforza possedere un pedigrée punk, nichilista e proletario. Si può scrivere musica "viva e coraggiosa" all'ombra delle palme californiane e non chiamarsi John Doe o Exene Cervenka (un tempo leader degli X, peraltro grandissimi), ma Jeff Porcaro e David Paich…

LA DISCOGRAFIA

Toto (1978) ***1/2 - Una canzone su tutte: Hold the Line. Notevoli anche I'll Supply the Love e George Porgy. I Toto ottengono la nomination per i Grammy nella categoria Best New Artist.

Hydra (1979) ***1/2 - Il singolo di maggior successo di quest'album, 99, è stato ispirato da un film di George Lucas, "L'uomo che fuggì dal futuro" (THX 1138, 1971); nel film, le persone venivano infatti identificate con dei numeri anziché mediante nome e cognome.

Turn Back (1981) ***1/4 - I Toto induriscono il sound, e molti fans storcono il naso. Peccato, perché il songwriting è ispirato, e le canzoni toste come mai più in futuro. L'album, purtroppo, risulterà un mezzo passo falso per la band: raggiungerà infatti solamente la posizione numero 41 delle classifiche di Billboard.

IV (1982) **1/2 - Come diretta conseguenza del flop di Turn Back, i Toto si ammorbidiscono: pure troppo. Il disco, infatti, risulta a tratti soporifero. Non bastano Lovers in the Night e, soprattutto, Africa ad allontanare l'impressione di manierata anemia. Ma visto che qualità e successo non sono presupposto e conseguenza, il disco diventa addirittura di platino. Nel 1983, grazie a IV, i Toto si aggiudicano ben 6 Grammy...

Isolation (1984) *** - Durante le registrazioni del disco il cantante Bobby Kimball se ne va (o viene allontanato per i "soliti" problemi di alcol e di droga…), e Steve Porcaro consiglia il suo amico Dennis "Fergie" Frederiksen, già attivo nei da noi (semi)sconosciuti Le Roux e Trillion. Mai consiglio fu più ispirato: Frederiksen possiede un'ugola in titanio, non fa rimpiangere il suo pre decessore e porta nuova linfa vitale a un suono che rischiava di anemizzarsi del tutto. I singoli estratti dall'album sono Stranger In Town e Holyanna. Nel videoclip di Stranger In Town la parte principale è recitata dall'attore Brad Dourif, quello, tra gli altri, di Bambola Assassina; Trauma; Mississippi Burning; Alien IV e Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Fahrenheit (1986) ** - Frederiksen purtroppo se ne va. Al suo posto arriva Joseph Williams, figlio di John, compositore di celebri colonne sonore (E.T.; Guerre Stellari). Il disco rappresenta un passo indietro: i Toto virano decisamente verso un molle rock radiofonico e perdono grinta e smalto dei tempi migliori. Il singolo di maggior successo è I'll Be Over You (nei cori spicca la voce di Michael McDonald).

The Seventh One (1988) **1/4 – Un impercettibile passo in avanti rispetto al disco precedente. Prima dell'uscita dell'album, Steve Porcaro abbandona la band per proseguire come solista (principalmente come compositore di colonne sonore), ma continuerà a collaborare attivamente con la band. In questo album due singoli di successo come Pamela e Stop Loving You (nei cori anche Jon Anderson, cantante degli Yes).

Past to Present 1977-1990 (1990) s. v. - Joseph Williams lascia i Toto durante il The Seventh One Tour, e la band decide di richiamare Bobby Kimball, con il quale incide alcune canzoni (fra le quali Goin' Home, che verrà poi inserita in XX). La casa discografica, tuttavia, fa pressione perché i Toto ingaggino il sudafricano Jean Michel Byron, che canta i 4 brani inediti. Durante il tour successivo i Toto si accorgono però che Byron non è adatto al loro stile e lo licenziano: i quattro inediti di questa raccolta rappresentano quindi la sua unica testimonianza artistica con il gruppo. Nonostante l'incompatibiltà con Byron, Out Of Love diventa comunque un singolo di successo in Europa.

Kingdom of Desire (1992) **1/2 - Williams non viene rimpiazzato da nessun cantante di ruolo. E' il chitarrista Steve Lukather a occuparsi di tutte le parti soliste. L'uscita del disco è funestata da una tragedia improvvisa: il 5 agosto 1992 il batterista Jeff Porcaro muore per un attacco cardiaco. Forse anche in conseguenza di questo tragico evento, il disco suona duro, spigoloso, aggressivo. In una parola: irriconoscibile alle orecchie dei fans. Poca farina dei Toto e molta - forse troppa… - di Steve Lukather. Kingdom of Desire sembra infatti un disco solista del chitarrista piuttosto che l'ottavo album di studio del gruppo… Il singolo estratto dall'album è Don't Chain My Heart. La canzone che chiude il disco, la strumentale Jake to the Bone, era stata inizialmente concepita da Steve Lukather con una partitura vocale per Roger Waters che stava registrando il suo Amused to Death nello studio accanto a quello dei Toto.

Absolutely Live (1993) *** - E' il primo live ufficiale della band. Simon Phillips, destinato a sostituire il povero Jeff Porcaro, impara in sei settimane la scaletta del Kingdom of Desire Tour. I concerti di questo tour si chiuderanno abitualmente con With a Little Help from my Friends dei Beatles, però nella versione tramandata da Joe Cocker.

Tambu (1995) **1/4 - Assorbito il contraccolpo - emotivo e professionale - per la scomparsa di Jeff Porcaro, e abbandonato l'hard di matrice lukatheriana, i Toto ritrovano un centro di gravità melodico, anche se il disco risulta troppo omogeneo e cristallizzato, imbrigliato in un soft-rock con insolite venature soul. Le uniche stille di energia le regala Drag Him to the Roof… Esordio ufficiale su disco per il drummer Simon Phillips, che però è costretto a rinunciare per motivi di salute alla prima parte del tour promozionale, e viene sostituito da Greg Bissonette (già nella David Lee Roth Band).

XX (1998) s. v. - E' una raccolta di materiale raro, inedito e dal vivo, che celebra i 20 anni di carriera del gruppo. Al tour promozionale prendono parte alcuni ex-membri della band, come Steve Porcaro e gli ex cantanti Bobby Kimball e Joseph Williams. Il singolo estratto, Goin' Home, verrà anche inserito (in una differente versione) in 3, album solista di Joseph Williams. Fra il materiale selezionato per questa raccolta è da segnalare On the Run, che costituisce l'ultima registrazione ufficiale (effettuata durante il Montreux Jazz Festival) con Jeff Porcaro alla batteria.

Mindfields (1999) **1/2 - E' il disco che sancisce il rientro nei ranghi del "figliol prodigo" Kimball, già collaudato nel recente tour del ventennale. Nonostante le insolite aperture reggae e una certa inclinazione al blues, il disco lesina energie creative, è discontinuo e ipertrofico (71 minuti!), talora a corto di identità. Un passo avanti, comunque, rispetto al troppo estetizzante Tambu.

Livefields (1999) **1/2 - Secondo live ufficiale per la band, ma mezza spanna sotto il precedente: i Toto battono il ferro ritrovato finché è caldo. Le registrazioni sono state effettuate in Francia durante il Mindfields Tour.

Through The Looking Glass (2002) *** - I Toto alle prese con il microcosmo delle "cover". Undici i pezzi, dal classico Could You Be Loved di Bob Marley al finale di It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry di Bob Dylan, passando per Steely Dan, Elton John, Cream, Elvis Costello, George Harrison ed Herbie Hancock. Il risultato? Sorprendente…

Live in Amsterdam (2003) **1/2 - Ennesimo live, registrato durante il tour del venticinquennale.

The Essential Toto (2003) s. v. – Raccolta pubblicata dalla Sony nella collana "The Essential", disponibile in versione singolo e doppio cd.

Falling In Between (2006) **3/4 – Grazie all'intraprendente etichetta napoletana Frontiers Records, che li mette a sorpresa sotto contratto, i Toto tornano a incidere un disco a 7 anni di distanza da Mindfields. Il tempo non è trascorso invano: la band ha ritrovato amalgama, grinta e motivazioni, e il disco è un puro distillato di Toto-sound riveduto, evoluto e corretto.

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